1924-56 Rifondazione della Commissione e riscatto della valle dei Tavolini

Nel 1903 fu redatta una concessione a vita per l’escavazione di marmi con la società marmifera Nord Carrara per le zone denominate Tavolini-Pioto dai Tigli-Monte Corchia. La stessa concessione fu ceduta alla società La Versilia nel 1907.
Nella concessione la società La Versilia si prendeva la responsabilità di sfruttare tutte le zone in concessione, utilizzare la forza lavoro disponibile nel paese e rivalutare i canoni unitari della locazione previste; clausole contrattuali che nel 1950 la società La Versilia continuerà a disattendere.

Correvano gli anni del fascismo e la Seconda Guerra Mondiale incombeva sull’ Italia.

Fu nel 1924, un anno questo molto importante per i Beni Comuni e per tutto il paese di Levigliani, che i primi fervori scaturirono nel Paese. Senza più una Commissione Amministratrice o per lo meno diventata ex-Amministratrice dei Beni Comuni come si riscontra dalle lettere dell’epoca (a causa degli affitti dati in concessione perpetua del 1903), il paese si divise in due ali.

L’ala Pro Versilia e l’ala avversa Pro Paesana. Gli scontri verbali erano all’ordine del giorno come si può dedurre dalle lettere della comunità scritte dai paesani vicini e lontani al Paese.

Ci furono difatti vere e proprie campagne che spingevano da entrambe le direzioni. Una favorevole a lasciare in concessione perpetua le cave alla società La Versilia, l’altra favorevole al riscatto dei beni Comuni. Furono distribuiti anche volantini a favore di entrambe le parti, ma alla fine vinse l’ala Paesana e nel 1924 fu ricostituita la Commissione Amministratrice, appositamente costituita da persone completamente estranee al mondo del marmo per paura che venissero concessi favori straordinari da parte della controparte a paesani che potevano avere interessi in comune.

Questa commissione fu creata e gli fu dato un solo ed unico importante incarico, portare sui banchi dei tribunali la società La Versilia per riscattare cosi i Beni Comuni.

Come detto in precedenza la Seconda Guerra Mondiale però incombeva fino a raggiungere con l’avvento della linea Gotica le porte se non che il cuore di Levigliani cosi che poco all’epoca fu fatto.

Terminata la Guerra, la voglia di riscossione che c’era in Italia non risparmio Levigliani che grazie alla Commissione del 1950 riprese la lotta per la riscossione dei beni Comuni.

Fu cosi che con atto notificato il 28/12/1950 la Commissione Amministratrice dei Beni Comuni, eletta lo stesso anno, e come si legge nella sentenza stessa, …costituiti in in condominio in favore degli abitanti di Levigliani, con rogito Notaio Mini del 24/04/1794…, contestava le concessioni alla società marmifera La Versilia

Non ci sono parole migliori, per descrivere il concludersi di tale procedura, se non quelle dell’allora Segretario Neri Mario che scrive in occasione di un adunanza generale nel 1956:

Azionisti
Sono passati 6 anni da quando ci avete nominati vostri amministratori. Quando ci nominaste, non era che un simbolo la Commissione Amministratrice dei Beni Comuni di Levigliani perché praticamente nulla avevamo a disposizione da amministrare e questo lo comprova il fatto che ci venivano le buste indirizzate all’Amm.ne dei Beni ex Com.li e cioè vuol dire, dei beni che furono di Levigliani.
Però nel nostro animo e nel vostro era ancora vivo il ricordo di aver posseduto dei vasti giacimenti marmorei e boschivi e che non eravate ne eravamo rassegnati a perderli senza prima invocare giustizia. Da allora incominciò il nostro duro e faticoso cammino. Sfrondati da determinate influenze politiche e di parte, scevri dall’odio dal disprezzo spogliati dall’orgoglio, incominciammo la nostra missione che quasi direi apostolare, e come gli apostoli furono fedeli al loro Divino Maestro, noi siamo stati fedeli al nostro mansueto popolo, che rassegnato pativa disoccupazione, fame mentre sperava da noi fedeltà, e dalla magistratura giustizia.
Azionisti, le due stelle che avevate scelto per la luce del vostro cammino, stanno ormai raggiungendo la vostra e la nostra meta.
La pronuncia del Collegio Arbitrale di Lucca ha detto: i Leviglianesi hanno ragione. La Corte dell’Appello di Firenze si è pronunciata, i Beni Comunali di Levigliani debbono essere ridati ai Leviglianesi.
La Suprema Corte di Roma non si è ancora pronunciata, ma sappiamo per cosa erta che dirà ai Leviglianesi consegnategli nelmodo più celere i loro possedimenti, che loro solo, sono i legittimi proprietari

Mario Neri 1956