Lettera degli Autori

Come membri della Commissione votata l’ 8/5/2014, e insieme ad essa, abbiamo deciso di fare uno sforzo e andare oltre a quei compiti che lo statuto impone alla Commissione, e cioè, quello di cercare di far riavvicinare alla vita della Comunione dei Beni le nuove generazioni che, con l’ammodernamento della società, sempre più si sono allontanate e hanno dimenticato quest’importante e gloriosa parte storica delle loro origini.

Mentre il tempo trascorreva, sempre di più i mezzi di spostamento e le risorse economiche hanno portato la gioventù via da quel mondo di lotte paesane, sacrifici personali, vicissitudini giudiziarie e spirito di gruppo paesano, conducendoli verso nuove e più prosperose prospettive di vita.
Si è persa cosi, da parte di alcune generazioni, la conoscenza dei fatti che hanno portato i Leviglianesi ad avere la possibilità di poter lavorare in casa propria, sui propri territori dove loro stessi sono i proprietari e; cosa più importante, amministratori.

Di conseguenza l’interesse nella vita della comunione è andato sempre più scemando fino a portare le attuali generazione a non conoscere tutta questa parte di storia che noi riteniamo veramente onorevole e importante da conservare per preservare quello spirito unitario, anche se contornato di discussione sempre a scopo costruttivo, che distingue Levigliani fin dal 18° secolo.

Abbiamo scritto contornato di dissapori perché, si sa, anche nelle grandi famiglie i litigi, i dissapori e le gelosie sono all’ordine del giorno. Fortunatamente lo spirito dei paesani ha sempre superato queste vicissitudini perché il motore che ancora oggi porta avanti questa comunità è l’obiettivo comune: il bene della comunità! infatti, specialmente noi che abbiamo nel breve tempo riassunto e riletto una discreta quantità di documenti, per poter cosi costruire questo sito, ci siamo accorti che le dicerie e i battibecchi hanno contraddistinto la Comunione dei Beni fin dalle origini e che proprio questo movimento di idee ha portato a dei risultati costruttivi e palpabili tutt’oggi.

Proprio per questo motivo abbiamo speso del tempo personale su queste pagine. Perché se la comunità non partecipa alla vita della Commissione ma se ne occupa solo a fatto compiuto, si da adito a pettegolezzi e dicerie che solo male fanno alla nostra comunità.

Riteniamo giusto che la comunità partecipi alla vita della Comunione e della Commissione anche perché quasi siamo a ridosso di un cambio generazionale che prima o poi dovrà essere in toto compiuto e quindi è bene preparare per tempo quella generazione che dovrà portare avanti gli interessi del Paese, per poter portare avanti il compimento della volontà cosi come voluto dai nostri avi vissuti nel 18° secolo.